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      Invece Mimí non mi pare molto fantastica: ha l'espressione stupita di chi ha troppo da fare per ammirare il mondo perché gli resti il tempo di arzigogolare per conto suo. La piccola mi pare sia piú di tutto contenta di trovarsi protetta dai due maggiori e di poter quindi fidarsi indifferentemente della macchina fotografica e del suo apparato da moro cabbanu: mi pare persino che abbia una certa aria di sfida con la testa inchinata sulle ventitre. Mi sono sbagliato? Naturalmente una fotografia irrigidisce un movimento di vita molto irrequieto ed è possibile interpretare male un solo atteggiamento anche se molto drammatico come nella fotografia dei tuoi bambini.
      Scrivimi anche sulla mamma e delle sue reali condizioni di salute. Vinci la svogliatezza, non lasciarti sopraffare dall'ambiente monotono dell'ufficio e dei suoi frequentatori e dalle loro chiacchiere melense e stucchevoli. Devi diventare vivace come una volta (non nel senso fisico, che vivace in tal senso non lo sei mai stata, mi pare, ma nel senso intellettuale) per poter guidare bene i bambini fuori della scuola e non lasciarli abbandonati a se stessi, come troppo spesso avviene specialmente nelle famiglie cosí dette «per bene».
      Ti abbraccio affettuosamente.
      Antonio
     
      172.
     
      1° dicembre 1930
     
      Carissima Tatiana,
      ho ricevuto il pacco coi medicinali e con le altre cosette che mi hai mandato. Le sovracalze vanno benissimo, ma ho paura che le scarpe finiranno con l'aver ragione anche di esse; in ogni modo non consumerò più un paio di calze alla settimana.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





Mimí Tatiana