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      È stabilito il principio che l'amministrazione statale potrà risarcire delle spese sostenute per l'alimentazione e per altre necessità inerenti al mantenimento dei carcerati, col sequestro o meglio con la confisca dei beni ecc. ecc. Ma fino a che punto si andrà nella specificazione di «beni»? E sarà ancora concesso di spendere per il sopravitto e di ricevere dalle famiglie delle somme o queste non potranno essere confiscate almeno in parte? Certe allusioni fatte in Senato, specialmente dal sen. Garofalo nel 1929, per cui non si dovrebbe cercare di attenuare il carattere «afflittivo» del carcere (anche se la tesi di Garofalo, che si riferiva specialmente alla segregazione cellulare, sia stata respinta dal governo) potrebbero indicare la possibilità di misure restrittive. Io non ci credo, per ora, ma il solo dubbio mi spinge ad avvertirti di non avere preoccupazioni per parecchi mesi ancora (oltre a non averne mai troppe, in generale): niente mi dispiacerebbe di piú che la confisca anche di pochi denari dovuti ai sacrifizi che tu devi fare per il tuo affetto per me.
      Carissimo Carlo, abbraccia teneramente la mamma per parte mia e falle tante carezze.
      Cordialmente tuoAntonio
     
      180.
     
      9 febbraio 1931
     
      Carissima Giulia,
      ho ricevuto la tua lettera del 9 gennaio che incomincia cosí: «Quando penso di scrivere - ogni giorno - penso a ciò che mi fa tacere, penso che la mia debolezza è nuova per te...». - E anche io penso che ci sia stato un certo equivoco finora tra noi, proprio su questa tua presente debolezza e sulla presunta tua forza anteriore e di questo equivoco voglio prendermi almeno la maggior parte di responsabilità, che realmente mi spetta.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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