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      non so in che tono hai scritto alla Libreria per informare (secondo la mia avvertenza di 15 giorni fa) che fino a quel giorno non avevo ancora ricevuto le riviste; spero però che non avrai scritto in tono irritato e sdegnato, come apparirebbe da una tua cartolina. A me pare che il servizio non sia fatto male, anche se di tanto in tanto succede qualche incidente e che non sia il caso di pensar male dei tedeschi, che poi non c'entrano nulla, perché il direttore della Libreria è un italiano e i proprietari sono svizzeri italianizzati. Tu forse non sai che in un certo periodo della storia culturale italiana, il commercio librario è stato un quasi monopolio di intraprenditori svizzeri, che hanno reso grandi servizi specialmente a Milano e a Torino: esempio classico è il vecchissimo Hoepli che ha volgarizzato le scienze e le arti coi suoi diffusissimi manuali. - Pochi giorni dopo averti scritto l'accenno, ho ricevuto tutto l'arretrato puntualmente; ti sarei grato perciò se volessi ancora scrivere al direttore della Libreria per avvertirlo e ringraziarlo, e fargli magari dimenticare qualche tua espressione vivace precedente. Puoi tutt'al piú ricordargli che io sono in carcere e che pertanto tutte le pubblicazioni che mi giungono, prima di essermi consegnate, devono essere controllate, timbrate e firmate dal Direttore della Casa di Pena; sarebbe perciò desiderabile che non giungessero insieme decine e decine di pezzi per non costringere a una soverchia perdita di pazienza. Mi pare che proprio due anni fa giunsero in una volta 78 pezzi, ciò che domandò 78 timbrate e 78 firme, un vero tour de force, come vedi.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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