Spero che tu nella tua vita non abbia piú ad avere corrispondenza con carcerati; li faresti suicidare per paura delle malattie e delle sofferenze per misteriosi malanni non riconosciuti dalla proterva cattiva volontà dei sanitari. Questa realmente è la mentalità comune dei carcerati: essi leggono con molta attenzione tutti gli articoli che trattano di malattie e si fanno arrivare trattati e «Medici di se stessi» o «Cure d'urgenza» e finiscono con lo scoprire di avere 300 o 400 malattie almeno, di cui sentono in se stessi i sintomi. C'è della gente cosí curiosa (anche tra i politici) che ingoiano tutte le cartine o i medicamenti rifiutati dai loro compagni di cella, persuasi che quelle medicine non possono che far loro bene perché certamente essi soffrono delle malattie che quelle medicine allevieranno e cureranno. Queste fissazioni giungono ad assurdi pittoreschi e maravigliosi; ho conosciuto un politico che si era fatto arrivare un trattato di Ostetricia e non certo per sadismo, ma perché, egli diceva, in una occasione della sua vita, aveva dovuto assistere d'urgenza una partoriente e da quando si trovava in carcere era ossessionato dal senso di responsabilità sentito allora e perciò riteneva doveroso farsi una cultura in proposito. - Dunque io non credo di avere nessuna delle malattie da te enumerate, ma solamente una forma di atonia viscerale che diventa dolorosa quando non dormo e quando il tempo è umido: quando posso mutare i cibi, infatti, essa passa completamente e cosí si attenua quando dormo o fa tempo secco.
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Ostetricia
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