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      Ho pensato che sia circolata qualche voce sul conto mio, come è avvenuto altre volte; se fosse stato cosí, tu dovresti ormai essere avvertita e non credere a simili fonti leggendarie. Credo di averti avvisato altre volte che non bisogna credere nulla a ciò che raccontano le famiglie dei carcerati o che, in ogni caso, ha origine carceraria. Tu non immagini neppure quali strane deformazioni e ridicolose esagerazioni subiscono le cose piú semplici e ovvie; il ricordo del tempo di guerra dà appena una pallida idea di questo processo di creazione fantastica e di deduzioni romanzesche e puerili. Nel caso mio, niente di reale può aver determinato delle amplificazioni, perché non sono stato male, anzi, da qualche settimana, dormo abbastanza e quindi mi sento meglio del solito. Sono stato preoccupato perché tu non mi scrivevi e non ti nascondo che, quando ho saputo del tuo telegramma, mi sono un po' incollerito; perché non scrivere a me, anche una cartolina illustrata, invece di mandare questo telegramma? - Ho ricevuto la tua cartolina del 30 aprile e la lettera di Giulia col tuo biglietto; la lettera di Giulia è molto graziosa, ti pare? mi è piaciuto molto l'aneddoto della «lingua delia», ma di tali lettere bisognerebbe riceverne almeno una ogni quindici giorni. Mi è piaciuta molto anche la tua cartolina. Veramente, mi piace molto come scrive Giulia e come scrivi tu qualche volta; mi piace forse perché è proprio l'opposto del mio modo di scrivere. Voi avete una grande spontaneità, che si sente come tale anche nella forma immediata.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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