Anche la scienza è stata sottoposta a «critica» ed è stata limitata. Non avrei mai creduto che a Turi si potesse trovare qualcuno che potesse dire qualcosa di intelligente, come pare sia capitato a te. Del resto sarà poi stato cosí intelligente, ciò che ti è stato detto? Mi pare che non sia difficile trovare formule splendide di vita, difficile è però vivere. Ho letto recentemente che nell'Europa moderna solo qualche italiano e qualche spagnuolo hanno ancora conservato il gusto della vita: è anche possibile, sebbene si tratti di affermazioni generiche che difficilmente potrebbero essere provate. Qualche volta si tratta di equivoci abbastanza comici. Una volta ebbi una discussione curiosa con Clara Zetkin che appunto ammirava gli italiani per il loro gusto di vivere e credeva di trovarne una sottile prova nel fatto che gli italiani dicono: «felice notte» e non «notte tranquilla» come i russi o «buona notte» come i tedeschi ecc. Che i tedeschi, i russi e anche i francesi non pensino a «notti felici» è possibile, ma gli italiani parlano anche di «viaggio felice» e di «affari felicemente riusciti», ciò che diminuisce il valore sintomatico di «felice»; d'altronde i napoletani di una donna bella dicono che è «buona», senza malizia certamente, perché «bella» è proprio un piú antico «bonula». Insomma mi pare che le formule di vita, sia espresse a parola, sia che risultino dai costumi di un popolo, hanno un solo valore: di servire di incitamento o di giustificazione per chi ha solo delle velleità, per fare diventare volontà concreta queste velleità: la vita reale non può essere mai determinata da suggerimenti ambientali o da formule, ma nasce da radici interiori.
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