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      Per la lettera del 3 agosto posso dire questo: che avendo per caso incontrato la guardia incaricata il 6 agosto e avendole domandato se la lettera era partita, mi assicurò che era già partita. Credo utile che tu conservi le buste delle rispettive lettere e mi comunichi ogni volta la data di partenza del bollo di Turi: la cosa è piú importante per me di quanto tu possa immaginare e se tu mi darai l'informazione che ti domando mi permetterai di controllare certe induzioni che sto facendo a proposito della mia corrispondenza. - 2° Tu scrivi che io ho accennato al fatto che «il mondo delle mie relazioni si sia ormai abituato all'idea che io sono in carcere» nella lettera scritta il 3 agosto cioè immediatamente dopo che mi sono sentito male. Ciò mi dispiace assai, perché pare che le due cose sia[no] collegate. In realtà io avevo fatto l'accenno 15 giorni prima, almeno, e il 3 agosto rispondevo a una tua lettera di risposta appunto a quella mia affermazione. Quindi tra i due fatti non ci fu nessun collegamento. Ciò significa che hai preso la quistione un po' alla leggera mentre essa è per me della massima importanza. Mi rincresce che tu abbia ricorso a questa gherminella avvocatesca, ciò che potrebbe indurmi a non accennare piú a certi miei stati d'animo. - 3° La mia indisposizione. La febbre non è piú salita a piú di 37,2 e solo per un periodo della giornata piú breve, cioè circa dalle 4 alle 7 del pomeriggio. Da quando ho cominciato a prendere il Sedobrol dormo un po' di piú, sebbene mi senta istupidito per tutta la giornata.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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