Mi sono sempre rifiutato di fare delle raccolte sia pure ristrette. Il prof. Cosmo voleva nel 18 che gli permettessi di fare una cernita di certi corsivi che scrivevo quotidianamente in un giornale di Torino; egli li avrebbe pubblicati con una prefazione molto benevola e molto onorevole per me, ma io non volli permettere. Nel novembre del 20 mi lasciai persuadere da Giuseppe Prezzolini a lasciar pubblicare dalla sua casa editrice una raccolta di articoli che in realtą erano stati scritti su un piano organico, ma nel gennaio del 21 preferii pagare le spese di una parte della composizione gią fatta e ritirai il manoscritto. Ancora nel 24 l'on. Franco Ciarlantini mi propose di scrivere un libro sul movimento dell'«Ordine Nuovo» che egli avrebbe pubblicato in una sua collezione dove erano gią usciti libri di Mac Donald, di Gomperz ecc., egli si impegnava a non mutare neanche una virgola e a non appiccicare al mio libro nessuna prefazione o postilla polemica. Avere pubblicato un libro da una casa editrice fascista in queste condizioni era molto allettante, pure rifiutai: forse, penso adesso, avrei fatto meglio ad accettare. Per Piero la questione era diversa; ogni suo scritto di scienza economica era molto apprezzato e
iniziava lunghe discussioni nelle riviste specializzate. Ho letto in un articolo del senatore Einaudi che Piero sta preparando una edizione critica dell'economista inglese David Ricardo; l'Einaudi loda molto l'iniziativa e anch'io sono molto contento. Spero di essere capace di leggere correntemente l'inglese quando questa edizione sarą pubblicata e di poter leggere Ricardo nel testo originale.
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