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      Antonio
     
      Credo che tu possa abbonarmi al «Corriere della Sera» dal 1° ottobre al 31 dicembre, da ricevere direttamente a Turi, naturalmente. Dovrò fare ancora domani la domandina e se non mi fosse accordata perché non ritenuto meritevole, l'abbonamento potrai sempre farlo mutare per te.
     
      217.
     
      12 ottobre 1931
     
      Carissima Tania,
      ho ricevuto la tua cartolina del 10 ottobre, che non ha attenuato per nulla l'effetto determinato dalla tua lettera del 2. Essa non era aspra, ma offensiva per me. Cosa poteva significare che io gioco con te a «mosca cieca» e che cerco di «incantonarti»? Dovrei rispondere con parole dure, ma mi pare sia meglio di evitare per l'avvenire ogni ripetizione di questi incidenti spiacevoli, per non dir peggio. Cosí non è che «imbelle telum sine ictu», per adoperare una espressione pomposa, un tuo accenno precedente alla mia qualità di ex-giornalista. Io non sono mai stato un giornalista professionista, che vende la sua penna a chi gliela paga meglio e deve continuamente mentire, perché la menzogna entra nella qualifica professionale. Sono stato giornalista liberissimo, sempre di una sola opinione, e non ho mai dovuto nascondere le mie profonde convinzioni per fare piacere a dei padroni o manutengoli. Scrivi che ti ha fatto dispiacere avere io scritto che tu abbia attenuato la tua concezione sugli ebrei. Hai ragione nel senso che tu non hai attenuato nulla perché in questa tua concezione c'è un po' di tutto, ma ogni cosa in una diversa lettera. C'era in principio un punto di vista che conduceva diritto all'antisemitismo, poi una concezione da nazionalista ebreo e da sionista e infine dei punti di vista che sarebbero stati condivisi dai vecchi rabbini che si opposero alla distruzione dei ghetti, prevedendo che il venir meno di quelle comunità a territorio segregato avrebbe finito collo snaturare la «razza» e coll'allentare i vincoli religiosi che la mantenevano come una personalità. Certo ho fatto male a discutere; sarebbe stato meglio scherzarci su e contrapporre la teoria della «flemma» britannica, della «furia» francese, della «fedeltà» germanica, della «grandezza» spagnola, dello «spirito di combinazione» italiano e infine del «fascino» slavo, tutte cose che sono utilissime per scrivere romanzi d'appendice o film popolari.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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