In realtà non so niente di te: non so neanche se hai ripreso la tua attività di lavoro. Le tue lettere sono estremamente vaghe. Non riesco a immaginare nulla della tua vita. Tante volte ho cercato di iniziare un dialogo con te: ti ho posto delle quistioni, ti ho indicato ciò che sarebbe per me di sommo interesse. Non sono riuscito a ottenere nessun risultato e appunto sono entrato in questo stato d'animo per cui lo scriverti mi è difficile e penoso. - Questa lettera è un nuovo tentativo che faccio per riannodare le nostre vite; mi pare che ci sia ancora il modo e il tempo. Certo che non ho dimenticato la Iulca di un tempo; ma non riesco a farla rivivere nella Giulia di oggi; non riesco neppure a immaginarla la Giulia di oggi, concretamente, in modo vivente. Vorrei poterti scuotere fortemente, violentemente, anche a costo di essere ingiusto e cattivo con te, piú ancora di quanto vorrei. Vorrei farti sentire la mia ansia e il mio dolore.
Ti abbraccio teneramenteAntonio
228.
7 dicembre 1931
Carissima Tania,
ho ricevuto poco fa la tua cartolina del 4; ho ricevuto anche un avviso di una tassata che viene da Roma, non so se cartolina o lettera e penso che sia un altro scritto da parte tua. Mi dispiace di non averlo potuto avere subito. Non rispondo minutamente alla tua lettera del 30 novembre, in cui poni tutte le quistioni analitiche per avere un quadro generale delle mie condizioni di salute. Non ho voglia di farlo in questo momento; se sarà necessario lo farò ulteriormente. Per il momento mi sento molto meglio, molto piú forte.
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Iulca Giulia Giulia Tania Roma
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