Quando io ero ragazzo mi divertivo a canzonare questo modo di fare e di operare e facevo arrabbiare tutti: finivo col litigare con tutti. Ti potrei raccontare delle storie molto amene. Mio padre e i miei fratelli credevano di avere grandi capacità commerciali, per gli affari; facevano sempre dei gran castelli in aria e criticavano la mancanza di spirito di iniziativa degli altri Sardi. Naturalmente non ne riusciva mai bene una delle loro iniziative e la colpa era sempre degli altri, come se questi «altri» non fossero esistiti anche prima e non avessero dovuto essere presi in considerazione prima di incominciare. Tuttavia mi dispiace di non poter scrivere di aver ricevuto il pacco per il giorno di Natale; se avessi saputo cosa c'era, avrei scritto di aver ricevuto e di aver molto gustato questo e quello, sicuro di renderli felicissimi, perché mi sarei rappresentato il quadro. Chissà la mamma come sarà disillusa quando saprà che il suo piano non è riuscito. Tanto piú che ti aveva pregato di rinunziare e di lasciar fare a lei per questa volta.
Carissima Tania, ti abbraccio teneramenteAntonio
236.
4 Gennaio 1932
Carissima mamma,
il tuo pacco natalizio è giunto solo per capo d'anno, ma l'importante è che sia giunto in buono stato e senza che nulla del contenuto sia andato a male. A dir il vero, io credevo sarebbe giunto anche piú tardi, date le tempeste che hanno infuriato sul Tirreno e che devono aver ritardato la navigazione tra la Sardegna e il continente; e poi mi pare che tu e gli altri abbiate avuto soverchia fiducia nei «treni che ora vanno in orario» pensando che un collo spedito il 19, sarebbe arrivato a Turi il 24; ci son voluti sette giorni in piú. Ringrazio dunque tutti quelli che hanno collaborato alla confezione del pacco, dai piú anziani fino a Diddi, i cui regalucci sono stati molto graditi e che metterò ogni sera sotto il cuscino per poter giocare quando non avrò sonno e non saprò come passare le lunghe notti.
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