Il Croce già prima della guerra occupava un posto molto alto nella stima dei gruppi intellettuali di tutti i paesi. Ciò che è interessante è che, nonostante l'opinione comune, la sua fama era maggiore nei paesi anglosassoni che in quelli tedeschi: le edizioni dei suoi libri, tradotti in inglese, sono numerosissime, piú che in tedesco e piú che in italiano. Il Croce, come appare dai suoi scritti, ha un alto concetto di questa sua posizione di leader della cultura mondiale e delle responsabilità e dei doveri che essa porta con sé. È evidente che i suoi scritti presuppongono un pubblico mondiale di élite. - Occorre ricordare che negli ultimi anni del secolo scorso gli scritti crociani di teoria della storia hanno dato le armi intellettuali ai due massimi movimenti di «revisionismo» del tempo, di Edoardo Bernstein in Germania e del Sorel in Francia. Il Bernstein ha scritto egli stesso di essere stato indotto a rielaborare tutto il suo pensiero filosofico ed economico dopo aver letto i saggi del Croce. L'intimo legame del Sorel col Croce era noto, ma quanto fosse profondo e tenace è apparso specialmente dalla pubblicazione delle lettere del Sorel, il quale si mostra spesso intellettualmente subordinato al Croce in modo sorprendente. - Ma il Croce ha portato ancora piú oltre la sua attività revisionistica e ciò specialmente durante la guerra e specialmente dopo il 1917. La nuova serie di saggi sulla teoria della storia incomincia dopo il 1910 con la memoria Cronache, storie e false storie e giunge fino agli ultimi capitoli della Storia della storiografia italiana nel secolo XIX, ai saggi sulla scienza politica e alle ultime manifestazioni letterarie, tra le quali la Storia dell'Europa, come appare almeno dai capitoli che ho letto.
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