Anche nella mia esistenza non c'è stata novità alcuna; e come, del resto, potrebbero essercene? Sempre la stessa vita, lo stesso rosario di ave maria dei giorni che si succedono uguali e ugualmente noiosi.
Ti abbraccio affettuosamente.
Antonio
262.
25 aprile 1932
Carissima Tania,
ho ricevuto le tue cartoline del 17 e del 22 aprile. Ho anche ricevuto qualche libro, come mi avevi annunziato. Come mai ti è venuta la tosse? Qui il tempo continua ad essere molto variabile; forse è stato cosí anche a Roma, e tu avrai avuto poca cura della tua salute. Sono contento che la mia lettera a Delio sia giunta; vedremo se risponderà e se sarà possibile, pur con tante peripezie, di annodare una corrispondenza. - Non so ancora se le note che ti ho scritto sul Croce ti abbiano interessato e se sono conformi alle necessità del tuo lavoro: credo che me lo dirai e cosí io potrò regolarmi meglio. Del resto tieni conto che si tratta di accenni e di spunti che andrebbero svolti e completati. Ti scrivo un paragrafo anche questa volta; tu poi riordinerai secondo che ti parrà piú opportuno. - Una questione molto interessante mi pare quella che si riferisce alle ragioni della grande fortuna che ha avuto l'opera di Croce, ciò che non avviene di solito ai filosofi durante la loro vita e specialmente non si verifica troppo spesso fuori della cerchia accademica. Una delle ragioni mi pare da ricercare nello stile. È stato detto che il Croce è il piú grande prosatore italiano dopo il Manzoni. L'affermazione mi pare vera, con questo avvertimento: che la prosa di Croce non deriva da quella del Manzoni, quanto invece dai grandi scrittori di prosa scientifica e specialmente dal Galilei.
| |
Tania Roma Delio Croce Croce Croce Manzoni Croce Manzoni Galilei
|