- Ti posso ancora fissare qualche punto di orientamento per un lavoro sul libro del Croce (che non ho ancora letto nel volume); anche se queste note sono un po' scucite, penso che ti potranno essere utili lo stesso. Penserai poi tu a organizzarle per conto tuo, ai fini del tuo lavoro. - Ho già accennato alla grande importanza che il Croce assegna alla sua attività teorica di revisionista e come, per sua stessa ammissione esplicita, tutto il suo lavorio di pensatore in questi ultimi venti anni sia stato guidato dal fine di completare la revisione fino a farla diventare liquidazione. Come revisionista egli ha contribuito a suscitare la corrente della storia economica-giuridica (che, in forma attenuata, è ancora oggi rappresentata specialmente dall'accademico Gioachino Volpe); oggi ha dato forma letteraria a quella storia che egli chiama etico-politica, di cui la Storia d'Europa dovrebbe essere e diventare il paradigma. In checonsiste l'innovazione portata dal Croce, ha essa quel significato che egli le attribuisce e specialmente ha quel valore «liquidatore» che egli pretende? Si può dire concretamente che il Croce, nell'attività storico-politica, fa battere l'accento unicamente su quel momento che in politica si chiama dell'«egemonia», del consenso, della direzione culturale, per distinguerlo dal momento della forza, della costrizione, dell'intervento legislativo e statale o poliziesco. In verità non si capisce perché il Croce creda alla capacità di questa sua impostazione della teoria della storia di liquidare definitivamente ogni filosofia della praxis.
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