Credo che tu dia una interpretazione inesatta della formula «religione della libertà» poiché le presti un contenuto mistico (cosí potrebbe credersi dal fatto che tu accenni a un «rifugiarsi» in questa religione e quindi a una specie di «fuga» dal mondo ecc.). Niente di questo. Religione della libertà significa semplicemente fede nella civiltà moderna, che non ha bisogno di trascendenze e rivelazioni ma contiene in se stessa la propria razionalità e la propria origine. È quindi una formula antimistica e, se vuoi, antireligiosa. Per il Croce ogni concezione del mondo, ogni filosofia, in quanto diventa una norma di vita, una morale, è «religione». Le religioni nel senso confessionale sono anch'esse «religioni» ma «mitologiche», quindi in un certo senso «inferiori», primitive, quasi corrispondenti a una fanciullezza storica del genere umano. Le origini di tale dottrina sono già in Hegel e nel Vico e sono patrimonio comune di tutta la filosofia idealistica italiana, sia del Croce che del Gentile. Su questa dottrina è fondata la riforma scolastica gentiliana per ciò che riguarda l'insegnamento religioso nelle scuole, che anche il Gentile voleva limitato alle sole elementari (fanciullezza vera e propria) e che in ogni caso, neanche il Governo ha voluto che fosse introdotta nell'insegnamento superiore. - Cosí io credo che tu forse esageri la posizione del Croce nel momento presente, ritenendolo piú isolato di quanto sia. Non bisogna lasciarsi ingannare dall'effervescenza polemica di scrittori piú o meno dilettanti e irresponsabili.
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