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      Forse avrei dovuto insistere un po' di piú, ma talvolta mi faceva cader le braccia il vedere come tu non riuscissi a comprendere le mie insistenze. Credo utile perciò di insistere ancora una volta, avvertendoti: 1° Che nelle tue lettere è bene che tu non mi parli di altro che delle cose famigliari, nella forma piú chiara e perspicua che è possibile. Naturalmente devi pensare che chiarezza deve essere intesa non solo per te, ma per chiunque altro può leggere la lettera, senza conoscere i fatti a cui ti riferisci; chiaro significa appunto che non presenti niente che possa apparire non tale. 2° Che non puoi spedirmi niente, altro che oggetti di biancheria. Non che io desideri avere degli oggetti di biancheria. È un avvertimento generale: non posso ricevere da fuori nulla, né generi alimentari, né tabacco o cartine, né medicinali o qualsiasi altro oggetto. - Carissima, ho un fortissimo mal di testa e provo una certa difficoltà a scrivere. La settimana ventura, quando avrò letto la tua lettera e la lettera di Giulia, ti scriverò piú a lungo e scriverò a Giulia. Ti prego, appena avrai ricevuto questa lettera, di mandarmi una cartolina illustrata, coi semplici saluti. Tieni conto dei suaccennati avvertimenti e nello scrivermi esagera magari nel senso della semplicità e della scarsezza delle notizie piuttosto che nel senso contrario per evitare ogni forma di contrattempo e di ritardo. Ti abbraccio teneramente.
      Antonio
     
      278.
     
      18 luglio 1932
     
      Carissima Tania,
      ho ricevuto la lettera raccomandata del 3 luglio e la cartolina del 15. Sí, realmente, da circa un mese non sto molto bene.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





Giulia Giulia Tania