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      Giulia crede che tu rimanga a Roma e non ti decida a raggiungere i tuoi genitori perché non sai deciderti a troncare i rapporti di relativa vicinanza con me. Non so se abbia ragione e se questa sia la ragione sola o anche quella prevalente che ti trattiene. Se cosí fosse, dovresti prendere una decisione e partire senz'altro. Niente mi dispiacerebbe di piú della convinzione che la tua vita possa in qualche modo essere intralciata per causa mia.
      Ti abbraccio.
      Antonio
     
      285.
     
      9 agosto 1932
     
      Carissima Iulca,
      mi congratulo vivamente per la levità e la vivacità delle tue ultime lettere, specialmente di quella più recente (del 27 luglio). Si capisce che fai dei progressi giganteschi, di settimana in settimana, verso condizioni generali fisiche e psichiche di piena sanità e di superiore equilibrio. Mi interessano i tuoi programmi di nuova attività, anche se generici e vaghi. Tuttavia non vedo come io possa aiutarti e che cosa tu possa aspettare da me. Non so, oggi, se davvero io sia mai stato piú forte di te; che lo sia in questo momento, poi, ne dubito fortemente e forse farei bene a negarlo senz'altro. Intanto credo di essere terribilmente invecchiato. Da quattro anni non mi vedo nello specchio e pertanto non saprei dire quali cambiamenti effettivi siano avvenuti nei tratti della fisionomia. Certo però abbastanza grandi devono essere anche i cambiamenti esterni se devo giudicare da quelli interni. Devo essere mezzo demolito. Perciò non contare su di me, non aspettare né molto né poco. Forse sono diventato vecchio piú di quanto io stesso possa pensare.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





Roma Iulca