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      Mi dirigo da me da molto tempo e mi dirigevo da me già da bambino. Ho incominciato a lavorare da quando avevo 11 anni, guadagnando ben 9 lire al mese (ciò che del resto significava un chilo di pane al giorno) per 10 ore di lavoro al giorno compresa la mattina della domenica e me la passavo a smuovere registri che pesavano piú di me e molte notti piangevo di nascosto perché mi doleva tutto il corpo. Ho conosciuto quasi sempre solo l'aspetto piú brutale della vita e me la sono sempre cavata, bene o male. Neanche mia madre conosce tutta la mia vita e le traversie che ho passato: a lei ricordo qualche volta quella piccola parte che in prospettiva sembra ora piena di lietezza e di spensieratezza. Adesso le addolciscono la vecchiaia perché le fanno dimenticare le traversie ben piú gravi e le amarezze ben piú profonde che ella ha subito nello stesso tempo. Se ella sapesse che io conosco tutto quello che conosco e che quegli avvenimenti mi hanno lasciato delle cicatrici, le avvelenerei questi anni di vita in cui è bene che dimentichi e che vedendo la vita lieta dei nipotini che ha intorno confonda le prospettive e pensi realmente che le due epoche della sua vita sono la stessa e una. Cara Tatiana, ti abbraccio affettuosamente.
      Antonio
     
      300.
     
      10 ottobre 1932
     
      Carissima Tania,
      ho ricevuto la tua lettera del 7 con la copia dell'istanza da te fatta al Capo del Governo. Non voglio farti nessuna osservazione su di essa. Se l'istanza verrà accolta e il prof. Arcangeli potrà venire a visitarmi, spiegherò a lui esattamente come stanno le cose.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





Tatiana Tania Capo Governo