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      Oggi non ho proprio voglia di riscrivere la lettera per Giulia. Sono snervato molto. In queste ultime settimane c'è stato un accumularsi di fatti tutti tali da rovinarmi la salute; la lettera di Grazietta, l'attrito con te che mi ha molto scosso (piú di quanto tu forse possa immaginare) e tutti questi garbugli di Carlo, che incontrandosi con altre circostanze, mi hanno realmente fatto credere per sette od otto ore, che potevo essere liberato. Fra qualche giorno ne riderò, ma ancora non sono completamente padrone dei miei nervi.
      Ti abbraccio teneramente.
      Antonio
     
      310.
     
      14 novembre 1932
     
      Carissima Tania,
      proprio stamane ho ricevuto il tuo vaglia dell'11 e ti ringrazio di tutto cuore. Ero preoccupato perché la tua ultima cartolina era del 2; inoltre nella lettera precedente scrivevi che mi avresti mandato una fotografia che non giunse. Ancora: in tutti questi giorni non ricevetti posta da nessuno. Non ho neanche piú ricevuto le riviste dalla Libreria (forse Carlo, nella sua sciocchezza, può aver avvertito di non fare piú spedizioni, ritenendomi già libero). Ero quindi molto preoccupato e ciò ha rinforzato in me un certo modo di pensare e mi ha fatto decidere a scrivertene. Non devi fermarti all'apparenza strana di ciò che ti scriverò e non devi credermi matto o leggero, o irresponsabile. Cercherò di giustificare il mio punto di vista, per quanto mi è possibile, ma devi partire dal concetto che ho altri argomenti oltre quelli che ti esporrò, argomenti che, per ragioni di varie specie, non posso scriverti per lettera e forse non ti direi neanche a voce.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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