In ogni modo, può, violentemente, sia pure, dare un nuovo indirizzo alla sua esistenza. E tutta una serie di quistioni coordinate, verrebbero risolte. Io rientrerei nel mio guscio «sardo». Non voglio dire che non soffrirei. Ma ogni giorno che passa mi rende sempre piú insensibile e adattabile. Potrei sopportare. Mi abituerei. Ho già acquistato in molta parte la «carcerite» e in questi ultimi giorni mi sono accorto di essere, da questo punto di vista, piú avanzato di quanto pensavo. D'altronde non ho ancora perduto abbastanza di sensibilità per non essere ancora in grado di comprendere certe cose. Forse fra un anno sarò completamente cambiato, non avrò piú neanche la capacità di sentire quello che ancora oggi sento, sarò caduto nell'egoismo piú grossolano e animalesco. Tu devi essere, in questo caso, di una grande forza d'animo e devi essere assolutamente imparziale. Devi pensare a ciò che ti ho scritto con molta freddezza, pensando all'avvenire di Giulia e alla sua vita. Non so come deciderai di fare. Ti avverto che non scriverò a Giulia prima di aver ricevuto una tua risposta. So di darti una responsabilità gravosa, ma sono sicuro che tu puoi sostenerla. Puoi scrivere a Giulia direttamente, o comunicarle questa mia lettera integralmente o in parte.
Antonio
311.
21 novembre 1932
Carissima Tania,
ho ricevuto questa settimana tre cartoline e una lettera; ho ricevuto, a suo tempo, la tua raccomandata del 29 ottobre con la lettera di Giulia. Pochi minuti fa mi è stato comunicato l'arrivo del «campione senza valori» da te inviato, contenente le due sopracalze e la borsa per il tabacco.
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Giulia Giulia Giulia Tania Giulia
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