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      Ti abbraccio teneramenteAntonio
     
      319.
     
      19 dicembre 1932
     
      Carissima Iulca,
      ho ricevuto la tua lettera del 2. Da quanto mi scrive Tania, pare che tu invece non abbia ricevuto alcune mie lettere (una, per esempio, diretta a Delio). Non mi dispiace troppo, a dire il vero, che avvenga qualche dispersione; ma, purtroppo, esse non possono che avvenire casualmente, non certo intelligentemente. Voglio dire che dopo aver scritto alcune lettere ne provo io stesso dispetto, tanto mi accorgo di aver assunto un tono pedantesco, che deve essere per te comico spesse volte. Ciò dipende da molte circostanze legate alle mie condizioni di vita, ad alcuni avvenimenti dei passati anni e anche al fatto che nelle tue lettere ci sono pochi spunti che provochino una risposta. Sei troppo astratta e generica, mentre io avrei bisogno di maggiore concretezza. Ho perduto molta capacità d'immaginazione, ho perduto la maggior parte dei contatti col flusso della vita reale; i miei ricordi, sebbene vivaci, sono ormai vecchi di sei anni, ma quanto non sarà mutato in questi sei anni? Non posso che essere «anacronistico» in tutto; e allora, come avviene sempre, mi rifugio nella pedanteria e nel fare predicatorio, perché voglio pur dire qualche cosa e fingere di aiutarti, non potendoti effettivamente aiutare a superare la fase attuale della tua esistenza, che mi pare quella di un convalescente che fa mille progetti di attività e non sa da dove incominciare. Ciò mi fa credere che anche in te c'è qualcosa di anacronistico, che anche per te, sia pure in forma molto diversa dalla mia, è avvenuto che per qualche anno sei rimasta ai margini del flusso di vita e non sai come immergerti di nuovo (o credi di non sapere, mentre forse non ti accorgi di aver già da un pezzo ricominciato a lavorare). Una volta ti consigliai di riprendere la musica, come io ricomincerei i miei studi di filologia.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





Iulca Tania Delio