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      Qualche volta riepilogo questi anni passati, penso al passato e mi pare che se sei anni fa mi fossi prospettato di dover attraversare ciò che ho attraversato, non l'avrei creduto possibile, avrei giudicato di dovermi spezzare ad ogni momento. Proprio sei anni fa, sono passato, indovina? da Ravisindoli, in Abruzzo, che tu qualche volta hai ricordato per esserci stata in villeggiatura, d'estate. Ci sono passato chiuso in un vagone di metallo che era stato tutta la notte sotto la neve e io non avevo né soprabito, né maglia di lana e non potevo neanche muovermi perché bisognava stare seduti per la mancanza di spazio. Tremavo tutto come per la febbre, battevo i denti, e mi pareva di non essere in grado di finire il viaggio perché il cuore sarebbe gelato. Eppure sono trascorsi sei anni da allora e sono riuscito a cacciarmi di dosso quel freddo da ghiacciaia e se qualche volta mi tornano quei brividi (che un po' mi sono rimasti nelle ossa) mi metto a ridere ricordando quel che allora pensavo e mi paiono fanciullaggini. Insomma, la tua lettera a Tania mi è sembrata troppo malinconica e tetra. Penso che anche tu sei molto piú forte di quanto tu stessa non pensi e che devi perciò ancora irrigidirti e tenderti tutta per superare la crisi che hai attraversato, in modo decisivo. Cara, vorrei aiutarti, ma spesso penso che nel passato, per non sapere esattamente come tu stavi, posso invece aver contribuito a farti ancora disperare. Scrivimi spesso; fa forza su te stessa e scrivimi piú spesso.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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