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      Carissima, ti prego proprio di non scrivermi più tutte queste cose inutili. Esse mi irritano; non riesco piú a essere paziente: è una cosa fisica che non riesco a dominare e per dominarmi devo fare uno sforzo che mi spossa in modo incredibile. Tu forse non hai mai fatto una esperienza psicologica che è questa: si soffre, per esempio, 100, di cui 99 è prodotto da cause di forza maggiore (chiamo forza maggiore quelle cause che non dipendono da noi o dai nostri cari) e 1 dai nostri cari. Ebbene quell'1 per cento finisce esso solo coll'ossessionare, col presentarsi sempre come la causa unica o maggiore. Forse avrai visto come degli ammalati, per essere stati spostati con un gesto brusco da uno della famiglia mentre stanno a letto, danno a quel gesto brusco un'importanza eccessiva, ed entrano in furore ecc. Ebbene, come vedi, io so ancora ragionare su me stesso e darmi una ragione delle cose; ciò non impedisce che in certi momenti anch'io entri in furore e mi dimentichi di questi elementi critici. Ti abbraccio affettuosamenteAntonio
     
      329.
     
      13 febbraio 1933
     
      Carissima Tania,
      ho ricevuto due tue lettere e il Quadro Nox. Avrei voluto dedicare tutta questa mia lettera a rispondere alla tua del 3, poiché essa mi ha fatto molto pensare e mi ha convinto che devo essere con te molto piú franco (o forse è meglio dire «molto piú preciso») di quanto sia stato forse finora, ma la tua del 10 per la sua concretezza mi pare domandi una immediata risposta. Ciò che mi hai scritto a proposito della mia posizione giuridica e la proposta dell'istanza da fare al Tribunale Speciale mi ha molto interessato, come puoi immaginare.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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