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      Attualmente, queste manifestazioni sono completamente scomparse (esse furono forti nei primi cinque giorni, poi andarono attenuandosi un po' per giorno, finché dopo una decina di giorni erano sparite). Mi rimane ancora la debolezza che si manifesta in questo modo: la temperatura cade e risale da 35.8 a 36.9 e 37 senza ragioni apparenti per me. Di notte ho due accessi di freddo (io li chiamo di febbre alla rovescia), uno verso le 9, l'altro verso le 4 del mattino; la temperatura cade, come ti ho detto (una volta anche a 35,6) e il corpo è percorso da guizzi, da tic improvvisi in parti del corpo le piú varie ma specialmente nelle gambe e sulle braccia, da stiramenti, da raggricciamenti; mi pare di essere «elettrizzato», per cosí dire e ogni movimento brusco o inaspettato provoca un susseguirsi rapido di guizzi e di tuffi al sangue (il «cuore va in gola», come si dice). Le gambe però riacquistano rapidamente una certa stabilità. Già cammino da solo, senza bisogno di appoggiarmi a un braccio altrui, almeno nella mia stanza. - Come ti ho scritto, ho avuto nei primi giorni alcune manifestazioni patologiche curiose che in parte ricordo e in parte mi furono descritte da chi era presente. Per es., parlai lungamente in una lingua che non era compresa e che certo è il dialetto sardo, perché ancora fino a qualche giorno fa mi accorsi che inconsciamente mescolavo all'italiano parole e frasi in sardo. Le finestre e le pareti della stanza apparivano agli occhi come popolati di figure, specialmente di faccie, senza però nulla di spaventevole, anzi nelle pose piú diverse, sorridenti ecc.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803