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      A dire il vero, io non riesco piú a ricostituire quale sia ora il suo studio scolastico, perché da tanto tempo nessuno mi ha scritto su questo argomento. Ti abbraccio con tutti di casa. Abbraccio tanto la mamma.
      Antonio
     
      Ho ricevuto un biglietto da Carlo.
     
      340.
     
      10 aprile 1933
     
      Carissima Tania,
      ho ricevuto la tua lettera del 4, col biglietto di Delio e la cartolina illustrata. - Non hai fatto male, mi pare, a scrivere che le mie condizioni di salute erano migliorate (dato che il telegramma di Genia si riferisse a me e non a te stessa). Non è esatto che nella mia lettera di quindici giorni fa ti abbia scritto che le condizioni erano peggiorate; almeno non volevo scrivere cosí. Volevo dire che le condizioni erano (e sono ancora) oscillanti, con degli alti e dei bassi; cioè non è esclusa, secondo me, una ricaduta, ma in realtà questa non c'è stata. Cosa vorrebbe dire «condizioni peggiorate»? Peggiorate in confronto a quale momento? Alla crisi del 7 marzo, no certamente, perché non so cosa significherebbe peggiorare in questo senso. In realtà le allucinazioni sono completamente passate e anche è diminuita la contrazione o rattrazione degli arti, specialmente delle gambe e dei piedi. Le mani sono ancora sempre indolorite e non posso fare sforzi o sostenere pesi anche piccoli. Se cerco, per prova, di fare un piccolo sforzo, perdo nuovamente il controllo del movimento: le mani e le braccia, cioè, scattano per conto proprio impulsivamente e bruscamente e le dita scricchiolano e si deformano per stiramenti morbosi dei tendini.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





Carlo Tania Delio Genia