Carissima, ti abbraccio teneramenteAntonio
347.
16 maggio 1933
Carissima Tania,
ho ricevuto la lettera di Giulia e alcune tue lettere e cartoline. Non mi sento in grado di rispondere a Giulia e non vedo, dato il mio modo di comprendere e di concepire la mia situazione, quando sarò in grado di farlo. La lettera di Giulia è l'espressione di uno stato d'animo assurdamente ottimistico, stato d'animo che appare anche in alcune espressioni delle tue lettere e che io sono ben lungi dal condividere. Non solo, ma ogni mia collaborazione a mantenerlo mi sembrerebbe criminale. Devo dirti che la nostra conversazione ultima mi ha rafforzato in questa convinzione. Nel grado in cui ciò mi è possibile nelle condizioni di atonia fisica e morale in cui mi trovo, sono stato esasperato nell'apprendere da te che ancora una volta le mie indicazioni per la trattazione degli affari che riguardano la mia stessa esistenza fisiologica sono state, in modo stolto e capriccioso, trascurate e disprezzate, senza una ragione plausibile o di qualsiasi genere. Sono profondamente persuaso che tu in altra forma, ma con leggerezza corrispondente, hai ripetuto la stessa catena di pasticci che si è verificata nel 1927-28 e per la quale il giudice istruttore ebbe ragione di dirmi che pareva proprio i miei amici collaborassero a mantenermi il piú a lungo possibile in carcere. Queste mie affermazioni ti daranno dispiacere, ma mi è impossibile non dirle. Quando nel gennaio scorso, ti parlai al colloquio, ti pregai con tutta la forza di cui ero capace, di attenerti scrupolosamente alle mie indicazioni.
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Tania Giulia Giulia Giulia
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