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      2° Se il colloquio non ti viene concesso, ti prego di partire immediatamente per Roma, senza aspettare per nessuna ragione e senza lasciarti distogliere o deviare da frivolezze o cose secondarie. Devi fare una pratica d'urgenza perché io sia trasferito nel piú breve tempo possibile dal carcere di Turi nell'infermeria di un altro carcere dove ci siano specialisti che possano sottopormi a un esame sufficiente per stabilire da quale complesso di mali io sia affetto e possano farmi la radioscopia del polmone che risolva i dubbi sia del prof. Arcangeli sia dell'ispettore carcerario dott. Saporito. Ti prego di credere che non posso piú resistere. Il dolore al cervelletto e alla scatola cranica mi fanno uscire da me stesso. Cosí è aggravata e si aggrava progressivamente la difficoltà nell'uso delle mani, ciò che non può essere semplicemente dovuto all'arteriosclerosi. - È venuto oggi a visitarmi un ispettore dell'amministrazione carceraria, il quale mi ha dato la piú ampia assicurazione che d'ora innanzi sarò curato e che le condizioni disastrose d'igiene nervosa in cui mi sono ammalato e aggravato verranno rimosse. Non ho nessuna ragione per dubitare che si abbia tutta la buona intenzione di aiutarmi. Ma credo, per una esperienza di due anni, che ciò sia insufficiente, prima che un esame serio stabilisca con esattezza ciò che mi fa soffrire in un modo cosí torturante e ormai insopportabile e che indicazioni precise su una cura siano date da medici competenti e coscienziosi. Se non fosse venuto l'ispettore avrei fatto la domandina per inviare io stesso un'istanza al Capo del Governo, poiché tu hai lasciato passare ben 4 mesi senza deciderti a fare ciò che io subito ti avevo detto di fare, e cosí hai contribuito a prolungare questo periodo di atroce agonia in cui ho vissuto finora.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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