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      Non so spiegare il tuo silenzio. Credo che avresti fatto bene a informarmi almeno del tuo arrivo a Roma. Immagino che tu e Carlo abbiate avuto qualche grave delusione. Dalle poche volte che vi ho visto ho capito che avevate fatto molti castelli in aria, molti voli poetici (per dirla con una espressione che ti deve essere cara, data la tua avversione per il «terra terra»). È proprio da un anno (se ci pensi) che hai voluto abbandonarti agli alti voli. Poiché io sono uno spirito poco poetico «terra terra», non ho paura di disillusioni; piú che stare in carcere a me non può capitare. Non sono esposto ai pericoli delle altezze e delle immensità. Attendo tue notizie.
      Antonio
     
      Aggiungo che mi ha molto sorpreso il fatto che non mi hai spedito il Sonnifen Roche, poiché in queste cose tu sei di una precisione e diligenza eccezionali. A parte gli scherzi, proprio in queste notti ho perduto quel poco di sonno che ero andato faticosamente conquistando, per le numerose onoranze notturne al santo locale. Davvero sono sorpreso di questa tua assenza di notizie. Ti abbraccioAntonio
     
      367.
     
      3 settembre 1933
     
      Carissima Tania,
      ho ricevuto in questi sei giorni tre cartoline e una lettera da te. Da Carlo non ho ricevuto neanche una linea, ciò che non mi maraviglia affatto. Quando me lo sono visto comparire dinanzi, ho pensato che ancora una volta (sarà questa l'ultima certamente) tu avevi mutato di parere dopo essere partita da Turi il 10 luglio scorso e avevi deciso di fare qualche cosa di diverso da ciò che ti eri impegnata a fare con me.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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