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      Mi dispiace molto di non poter essere vicino ai miei cari ragazzi e di non poterli aiutare nel loro lavoro per la scuola e per la vita. Ho letto nei giornali il risultato del campionato degli scacchi, ma io non so giocare: ho imparato un poco solo il gioco della dama. Ti bacio.
      tuoi papa Gramsci
     
      381.
     
      Formia, 22 luglio 1935
     
      Cara Tatiana,
      dopo una conversazione avuta col dottor Cusumano, mi sono persuaso della utilità di una tua intervista personale col comm. Leto, che tu dovresti procurarti appena ti è possibile, in ogni modo prima di un tuo ritorno a Formia: mi pare ormai accertato che dal comm. Leto, per le sue funzioni al Ministero, dipenda la soluzione definitiva (e specialmente la maggiore o minore rapidità dell'esecuzione delle decisioni stabilite da S. E. il Capo del Governo) della pratica che mi riguarda. Ti riassumo i punti che dovrai tener presenti nella conversazione e le quistioni sulle quali sarebbe bene avere qualche chiarimento:
      1° Occorre dire che io sono fermamente deciso ad andarmene via dalla clinica Cusumano e ciò nel piú breve tempo possibile, anche se ciò necessariamente dovrà significare il mio trasferimento in Sardegna. Le condizioni del mio sistema nervoso (a parte il resto) stanno diventando acute e il ricordo di ciò che, per cause simili (la mancanza di riposo), ho sofferto nell'ultimo periodo di vita carceraria, mi ossessiona e in certi momenti mi porta alla disperazione. Occorre far presente che un mio trasferimento in Sardegna (nel mio paese) non potrebbe risolvere la mia quistione, perché l'operazione che devo subire e gli altri mali da cui sono affetto, mi obbligherebbero a fare nuove pratiche e istanze.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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