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      - Carissima, stamane mi sono deciso a scriverti perché mi sentivo piú scombussolato del solito. Ora ripiglio la lettera stando a letto. Ho avuto nuovamente un lungo brivido e la temperatura è salita a 39,4. In questo momento è 38,4. All'esame delle urine non sono risultati cilindri ma un po' di albumina ed emazie. Il dottore dice che si tratta della reazione a un'iniezione endovenosa di calcio fatta stamane, ma mi pare una reazione troppo esagerata. Domani sarà rifatto l'esame delle urine. - Non sono piú in grado di scriverti con la precisione che avrei voluto. Mi raccomando alla tua buona volontà per l'intervista col comm. Leto, che mi pare adesso ancor piú indispensabile. Ti posso dire che mi pare utile spiegargli come è stata scelta la clinica di Fiesole e come si sia cercato di tener conto specialmente delle esigenze della polizia, perché io sono realista e non mi nascondo le difficoltà né cerco giocare a moscacieca. D'altronde puoi ripetergli l'assicurazione fatta al comm. Valente che io non intendo dare fastidi o noie: il dovere professionale può impedire al comm. Leto di credere senz'altro alle mie parole, ma in questo caso le mie parole coincidono coi miei interessi vitali. Puoi domandare se, tardando ancora una soluzione sia possibile per me cambiare alloggio provvisoriamente a Formia stessa. Il malessere di oggi è dovuto, in gran parte almeno, al fatto che non ho dormito: è giunta la famiglia Cusumano e sulla mia testa è un continuo va e vieni, dalle 5 del mattino, a mezzanotte.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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