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      Antonio
     
      385.
     
      [14 dicembre 1935]
     
      Cara Iulca,
      ho ricevuto la tua lettera e Tania mi ha riferito ciò che le ha scritto Genia a proposito del tuo stato d'animo e delle tue condizioni di salute. Devi tener conto che io non sono in grado di scrivere come dovrei e vorrei (è già molto che abbia conservato la coscienza abbastanza netta di ciò che sono e di ciò che vorrei essere). Non ho compreso bene ciò che Tania mi ha riferito, ma credo di poter dire che il nostro stato d'animo si rassomiglia molto. Dunque: io credo che tu faresti una cosa magnifica venendo in Italia, da tutti i punti di vista. Per la tua salute, che forse si ristabilirebbe in modo definitivo e per me, che ho bisogno di sentirti vicina, di riannodare profondamente i vincoli che sempre ci hanno unito ma che da troppi anni sono diventati qualcosa di etereo e di astratto. Cara, io ti ho sempre aspettato, e tu sei stata sempre uno degli elementi essenziali della mia vita, anche quando non avevo nessuna tua notizia precisa o ricevevo da te lettere rare e senza sostanza vitale e anche quando io non ti scrivevo perché non sapevo cosa scriverti, come scriverti, perché mi pareva che tu non volessi darmi nessun punto di presa e di contatto. Credo che sia giunto il momento di porre termine a questa condizione di cose e ciò può esser fatto se tu vieni da me, perché io non posso muovermi. Sono certo molto logorato e mi pare difficile poter riprendere le mie forze di una volta: tuttavia credo che tu puoi fare molto per me e credo che anch'io posso fare qualcosa per te, non molto, ma qualcosa.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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