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      papa
     
      390.
     
      [luglio 1936]
     
      Cara Iulca,
      il 10 agosto sarà il compleanno di Delio e il 30 quello di Giuliano. Spedisco due orologetti per farne loro regalo. Sei contenta? E saranno contenti i ragazzi? Spero che non li romperanno subito o troppo in fretta. Ricordi l'orologio che ti portai a Roma, quasi dieci anni fa? Te lo avevo appena consegnato che Delio lo prese e lo buttò a terra. Io avevo fatto un grande sforzo per trovare un orologio che non fosse di metallo prezioso e che per il prezzo desse la sicurezza di una certa distinzione e solidità: avevo speso 400 lire e me lo ero fatto comprare dal padrone di casa che era un ottimo uomo e conosceva personalmente l'orologiaio (erano due tedeschi e non si sarebbero imbrogliati, né il padrone di casa avrebbe imbrogliato me per il quale aveva un certo affetto). E appunto dal primo momento l'orologio andò a male e divenne un giocherello per Delio. Non che ciò mi sia dispiaciuto troppo: l'orologio era tuo e potevi farne quel che volevi, ma pensai che per far giocare un bambino non è necessario un orologio di 400 lire, basta uno di 5 lire e il bambino si diverte lo stesso. - Ti ringrazio delle notizie che mi mandi; che tu stai meglio e anche i ragazzi. Che tu stia meglio veramente non so se possa dedursi dalle lettere: Tania dice di sí. Io non so cosa scriverti, come scriverti ecc. Non so neanche cosa farò; mi pare che se rientro in Sardegna, tutto un ciclo della mia vita si chiuderà forse definitivamente. Perché non mi scrivi qualcosa di certo e di preciso?


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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