Se l'unione di due forze è necessaria per vincere una terza, il ricorso alle armi e alla coercizione (dato che se ne abbia la disponibilità) è una pura ipotesi metodica e l'unica possibilità concreta è il compromesso, poiché la forza può essere impiegata contro i nemici, non contro una parte di se stessi che si vuole rapidamente assimilare e di cui occorre la «buona volontà» e l'entusiasmo.
[Previsione e prospettiva.] Altro punto da fissare e da svolgere è quello della «doppia prospettiva» nell'azione politica e nella vita statale. Vari gradi in cui può presentarsi la doppia prospettiva, dai piú elementari ai piú complessi, ma che possono ridursi teoricamente a due gradi fondamentali, corrispondenti alla doppia natura del Centauro machiavellico, ferina ed umana, della forza e del consenso, dell'autorità e dell'egemonia, della violenza e della civiltà, del momento individuale e di quello universale (della «Chiesa» e dello «Stato»), dell'agitazione e della propaganda, della tattica e della strategia ecc. Alcuni hanno ridotto la teoria della «doppia prospettiva» a qualcosa di meschino e di banale, a niente altro cioè che a due forme di «immediatezza» che si succedono meccanicamente nel tempo con maggiore o minore «prossimità». Può invece avvenire che quanto piú la prima «prospettiva» è «immediatissima», elementarissima, tanto piú la seconda debba essere «lontana» (non nel tempo, ma come rapporto dialettico) complessa, elevata, cioè può avvenire come nella vita umana, che quanto piú un individuo è costretto a difendere la propria esistenza fisica immediata, tanto piú sostiene e si pone dal punto di vista di tutti i complessi e piú elevati valori della civiltà e dell'umanità.
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Previsione Centauro
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