È veramente un bel pasticcio, degno del... Machiavelli, ma specialmente di Tittoni, direttore della «Nuova Antologia». L'Azzalini non sa orientarsi né nella filosofia, né nella scienza della politica. Ma ho voluto prendere tutte queste note per cercare di sbrogliarne l'intrigo e vedere di giungere a concetti chiari per conto mio.
È da distrigare, per es., ciò che può significare «intuizione» nella politica e l'espressione «arte» politica, ecc. - Ricordare insieme alcuni punti del Bergson: «L'intelligenza non ci offre della vita (la realtà in movimento) che una traduzione in termini di inerzia. Essa gira tutt'attorno, prendendo dal di fuori il piú gran numero possibile di vedute dell'oggetto che essa attira presso di sé invece di entrare in esso. Ma nell'interno stesso della vita ci condurrà l'intuizione: intendo dire l'istinto divenuto disinteressato». «Il nostro occhio percepisce i tratti dell'essere vivente, ma avvicinati l'uno all'altro, non organizzati tra loro. L'intenzione della vita, il movimento semplice che corre attraverso le linee, che le lega una con l'altra e dà loro un significato, gli sfugge; ed è questa intenzione che l'artista tende ad affermare collocandosi nell'interno dell'oggetto con una specie di simpatia, abbassando con uno sforzo di intuizione la barriera che lo spazio pone fra lui e il modello. È vero però che l'intuizione estetica non afferra che l'individuale». «L'intelligenza è caratterizzata da una incomprensibilità naturale della vita poi che essa non rappresenta chiaramente che il discontinuo e l'immobilità». Distacco, intanto, dell'intuizione politica dall'intuizione estetica, o lirica, o artistica: solo per metafora si parla di arte politica.
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