Essendo questa base costituita di elementi in generale piú scelti per intelligenza, cultura, ricchezza, pratica di amministrazione ecc. che qualsiasi altro movimento, è possibile avere un partito notevole, imponente persino, ma che però si esaurisce in se stesso, che non ha, cioè, riserve da gettare nella lotta in una crisi risolutiva. Il partito è notevole, pertanto, solo nei tempi normali, quando gli elementi attivi nella lotta politica si contano a decine di migliaia, ma diventerà insignificante (numericamente) nei periodi di crisi, quando gli attivi si conteranno a centinaia di migliaia e forse a milioni.
Lo sviluppo del giacobinismo (di contenuto) e della formula della rivoluzione permanente attuata nella fase attiva della Rivoluzione francese ha trovato il suo «perfezionamento» giuridico-costituzionale nel regime parlamentare, che realizza, nel periodo piú ricco di energie «private» nella società, l'egemonia permanente della classe urbana su tutta la popolazione, nella forma hegeliana del governo col consenso permanentemente organizzato (ma l'organizzazione del consenso è lasciata all'iniziativa privata, è quindi di carattere morale o etico, perché consenso «volontariamente» dato in un modo o nell'altro). Il «limite» trovato dai giacobini nella legge Chapelier e in quella del maximum, viene superato e respinto piú lontano progressivamente attraverso un processo completo, in cui si alternano l'attività propagandistica e quella pratica (economica, politico-giuridica): la base economica, per lo sviluppo industriale e commerciale, viene continuamente allargata e approfondita, dalle classi inferiori si innalzano fino alle classi dirigenti gli elementi sociali piú ricchi di energia e di spirito d'intrapresa, la società intera è in continuo processo di formazione e di dissoluzione seguita da formazioni piú complesse e ricche di possibilità; ciò dura, in linea generale, fino all'epoca dell'imperialismo e culmina nella guerra mondiale.
| |
Rivoluzione Chapelier
|