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      L'illuminismo creò una serie di miti popolari, che erano solo la proiezione nel futuro delle piú profonde e millenarie aspirazioni delle grandi masse, aspirazioni legate al cristianesimo e alla filosofia del senso comune, miti semplicistici quanto si vuole, ma che avevano un'origine realmente radicata nei sentimenti e che, in ogni caso, non potevano essere controllati sperimentalmente (storicamente); Maurras ha creato il mito «semplicistico» di un passato monarchico francese fantastico; ma questo mito è stato «storia» e le deformazioni intellettualistiche di essa possono essere facilmente corrette: tutta la istruzione pubblica francese è una implicita rettifica del mito monarchico, che in tal modo diventa un «mito» difensivo piú che creatore di passioni. Una delle formule fondamentali di Maurras è «Politique d'abord», ma egli è il primo a non seguirla. Per lui, prima della politica c'è sempre l'«astrazione politica», l'accoglimento integrale di una concezione del mondo «minuziosissima», che prevede tutti i particolari, come fanno le utopie dei letterati, che domanda una determinata concezione della storia, ma della storia concreta di Francia e d'Europa, cioè una determinata e fossilizzata ermeneutica.
      Léon Daudet ha scritto che la grande forza dell'Action Française è stata la incrollabile omogeneità e unita del suo gruppo dirigente: sempre d'accordo, sempre solidali politicamente e ideologicamente. Certo l'unità e omogeneità del gruppo dirigente è una grande forza, ma di carattere settario e massonico, non di un grande partito di governo.


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Note sul Machiavelli sulla politica e sullo Stato moderno
di Antonio Gramsci
pagine 599

   





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