L'utopia «artigianesca» si è basata sull'industria tessile: si pensava che con la verificatasi possibilità di distribuire l'energia elettrica a distanza, sarebbe diventato possibile ridare alla famiglia contadina il telaio meccanico moderno mosso dall'elettricità; ma già oggi un solo operaio fa azionare (pare) fino a 24 telai, ciò che pone nuovi problemi di concorrenza e di capitale ingenti, oltre che di organizzazione generale irrisolvibili dalla famiglia contadina; 2) l'utilizzazione industriale del tempo che il contadino deve rimanere disoccupato (questo è il problema fondamentale dell'agricoltura moderna, che pone il contadino in condizione di inferiorità economica di fronte alla città che «può» lavorare tutto l'anno) può avvenire solo in un'economia secondo un piano, molto sviluppata, che sia in grado di essere indipendente dalle fluttuazioni temporali di vendita che già si verificano e portano alle morte stagioni anche nell'industria; 3) La grande concentrazione dell'industria e la produzione a serie di pezzi intercambiabili permette di trasportare reparti di fabbrica in campagna, decongestionando la grande città e rendendo piú igienica la vita industriale. Non l'artigiano tornerà in campagna, ma viceversa l'operaio piú moderno e standardizzato.
[Miti storici.] Studio delle parole d'ordine come quella del «terzo Reich» delle correnti di destra germaniche, di questi miti storici, che non sono altro che una forma concreta ed efficace di presentare il mito della «missione storica» di un popolo.
| |
Miti Studio Reich
|