La parte costituita dalle esportazioni di merci perdeva relativamente e l'equilibrio si fondava sempre piú sulle cosí dette esportazioni invisibili, cioè gli interessi dei capitali collocati all'estero, i noli della marina mercantile e gli utili realizzati da Londra come centro finanziario internazionale. Dopo la guerra, per la concorrenza degli altri paesi, l'importanza delle esportazioni invisibili è ancora aumentata. Da ciò la cura dei cancellieri dello Scacchiere e della Banca d'Inghilterra di riportare la sterlina alla parità dell'oro e quindi reintegrarla nella sua posizione di moneta internazionale. Questo fine fu raggiunto, ma ha determinato il rincaro del prezzo di costo della produzione industriale, che ha perduto terreno nei mercati stranieri.
Ma è stata questa la causa (almeno l'elemento piú importante) della crisi industriale inglese? In che misura il governo sacrificò gli interessi degli industriali a quelli dei finanziari, portatori di prestiti all'estero e organizzatori del mercato finanziario mondiale londinese? Incanto: il ristabilimento del valore della sterlina può aver anticipato la crisi, non averla determinata, poiché tutti i paesi, anche quelli rimasti per qualche tempo a moneta fluttuante e che l'hanno consolidata a un valore piú basso dell'originario, hanno subito e subiscono la crisi: si potrebbe dire che avere anticipato la crisi in Inghilterra avrebbe dovuto indurre gli industriali a correre prima ai ripari e a rimettersi quindi prima degli altri paesi, ritrovando cosí l'egemonia mondiale.
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