E sono inattuabili anzitutto per colpa di tanta parte dell'aristocrazia e borghesia di Francia, poiché dalla corruzione e dall'apostasia di questa classe dirigente fino al secolo XVIII originò la corruzione e l'apostasia della massa popolare in Francia, avverandosi anche allora che regis ad exemplum totus componitur orbis. Il Voltaire era l'idolo di quella parte dell'aristocrazia corrotta e corrompitrice del suo popolo, alla cui fede e costumatezza procurando scandalose seduzioni, essa scavava a se medesima la fossa. E sebbene poi al sorgere del Rousseau con la sua democrazia sovversiva in opposizione all'aristocrazia volterriana, si fecero opposizione teorica le due correnti dell'apostasia - come tra i due tristi corifei - che parevano muovere da contrari errori, confluirono in una stessa pratica ed esiziale conclusione: nell'ingrossare cioè il torrente rivoluzionario ecc. ecc.».
Cosí oggi: Maurras e C. sono avversari della democrazia alla Rousseau e delle «esagerazioni democratiche» («esagerazioni», si badi bene, solo «esagerazioni») del Sillon, ma sono discepoli e ammiratori di Voltaire (Jacques Bainville ha curato un'edizione di lusso degli scritti di Voltaire e i gesuiti non lo dimenticano). Su questo nesso storico-critico riguardante le origini dell'«apostasia» popolare in Francia la «Civiltà Cattolica» cita un articolo della «Croix» del 15-16 agosto 1929: L'apostasie navrante de la masse populaire en France che si riferisce al libro: Pour faire l'avenir del P. Croizier dell'«Action populaire» edito nel 1929 dalle edizioni Spes di Parigi.
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