(Vedere come gli studiosi del Pascal spiegano e giustificano moralmente l'argomento del «pari». Ci deve essere uno studio di P. P. Trompeo nel volume Rilegature gianseniste in cui si parla dell'argomento del «pari» in rapporto al Manzoni. Da vedere anche il Ruffini pel suo studio sul Manzoni religioso).
Da un articolo di Arturo Marescalchi, Durare! Anche nella bachicoltura, nel «Corriere della Sera» del 24 aprile 1932: «Per ogni mezza oncia di seme messo in allevamento si concorre a premi che da modesta cifra (ve ne sono 400 da mille lire) arrivano ai parecchi da 10 a 20 mila lire e cinque che vanno da 25 mila a 250 mila lire. Nel popolo italiano è sempre vivo il senso del tentare la sorte; nelle campagne tutt'oggi non v'è chi si astenga dalle «pesche» e dalle tombole. Qui si avrà gratis il biglietto che permette di tentare la fortuna».
Del resto c'è una stretta connessione tra il lotto e la religione, le vincite mostrano che si è stati «eletti», che si è avuta una particolare grazia da un Santo o dalla Madonna. Si potrebbe fare un confronto tra la concezione attivistica della grazia presso i protestanti che ha dato la forma morale allo spirito d'intrapresa capitalistica e la concezione passiva e lazzaronesca della grazia propria del popolino cattolico. Osservare la funzione che ha l'Irlanda nel rimettere in vigore le lotterie nei paesi anglosassoni e le proteste dei giornali che rappresentano lo spirito della Riforma, come il «Manchester Guardian».
È da vedere inoltre se Baudelaire nel titolo del suo libro I paradisi artificiali (e anche nella trattazione) si sia ispirato all'espressione «oppio del popolo»: la formula potrebbe essergli giunta indirettamente dalla letteratura politica o giornalistica.
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