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      Itaque jam non sunt duo, sed una caro. Quod ergo Deus coniunxit, homo non separet» (Matteo, XIX, 4-7). Cioè essa è la copula, non il figlio (che non può essere disgiunto, perché materialmente uno). Il Genesi (II, 21-24) dice: «Dixitque Adam: haec vocabitur virago, quoniam de viro sumpta est. Quamobrem relinquet homo patrem suum et matrem et adhaerebit uxori suae et erunt duo in carne una». (Sarebbe da vedere se questi elementi possono essere interpretati come giustificanti l'indissolubilità del matrimonio, per cui sono stati rivolti, come contributo della religione cristiana all'introduzione della monogamia, o non significassero in origine solo l'unione sessuale, cioè si contrapponessero alle tendenze «pessimistiche» della «purità» con l'astensione sessuale. Insomma si riferirebbero ai sessi in generale, che sono indissolubili e non a Pietro, Paolo, Giovanni uniti con Caterina, Maria, Serafina). Canone 1.082 § 2° «Consensus matrimonialis est actus voluntatis quo utraque pars tradit et acceptat ius in corpus, perpetuum et exclusivum, in ordine ad actus per se aptos ad prolis generationem». Il § 1° dello stesso dice: «Ut matrimonialis consensus haberi possit, necesse est ut contrahentes saltem non ignorent matrimonium esse societatem permanentem inter virum et mulierem ad filios procreandos» (dovrebbe giustificare e anzi imporre l'educazione sessuale, perché il presumere che si sappia praticamente significa solo che si è certi che l'ambiente compie questa educazione: è cioè una semplice ipocrisia e si finisce col preferire le nozioni saltuarie e «morbose» alle nozioni «metodiche» e educative). In qualche parte esiste (esisteva) la convivenza sessuale di prova e solo dopo la fecondazione avviene (avveniva) il matrimonio (per esempio in piccoli paesi come Zuri, Soddí, ecc. dell'ex circondario di Oristano): era un costume ritenuto moralissimo e che non sollevava obbiezioni, perché non aveva determinato abusi, né da parte delle famiglie né da parte del clero: in quei paesi anche matrimoni molto precoci; fatto legato al regime della proprietà sminuzzata, che domanda piú di un lavoratore, ma non permette lavoro salariato.


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Note sul Machiavelli sulla politica e sullo Stato moderno
di Antonio Gramsci
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