Nell'inchiesta parlamentare sul Mezzogiorno del 1911 si dice che in Abruzzo e Basilicata (dove maggiore è il fanatismo religioso, il patriarcalismo e minore l'influsso delle idee cittadine, tanto che negli anni 1919-20, secondo il Serpieri, non vi fu neppure un'agitazione di contadini) si ha l'incesto nel 30% delle famiglie e non pare che la situazione sia cambiata fino agli ultimi anni.
La sessualità come funzione riproduttiva e come «sport»: l'ideale «estetico» della donna oscilla tra la concezione di «fattrice» e di «ninnolo». Ma non è solo in città che la sessualità è diventata uno «sport»; i proverbi popolari: «l'uomo è cacciatore, la donna è tentatrice», «chi non ha di meglio, va a letto con la moglie» ecc., mostrano la diffusione della concezione sportiva anche in campagna e nei rapporti sessuali tra elementi della stessa classe.
La funzione economica della riproduzione: essa non è solo un fatto generale, che interessa tutta la società nel suo complesso, per la quale è necessaria una certa proporzione tra le diverse età ai fini della produzione e del mantenimento della parte passiva della popolazione (passiva in via normale, per l'età, per l'invalidità ecc.), ma è anche un fatto «molecolare», interno ai piú piccoli aggregati economici quale la famiglia. L'espressione sul «bastone della vecchiaia» mostra la coscienza istintiva del bisogno economico che ci sia un certo rapporto tra giovani e vecchi in tutta l'area sociale. Lo spettacolo del come sono bistrattati, nei villaggi, i vecchi e le vecchie senza figliolanza spinge le coppie a desiderare la prole (il proverbio che «una madre alleva cento figli e cento figli non sostengono una madre» mostra un altro aspetto della quistione): i vecchi senza figli, delle classi popolari, sono trattati come i «bastardi».
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