Questo criterio che tanto le reazioni intellettuali e morali allo stabilirsi di un nuovo metodo produttivo quanto le esaltazioni superficiali dell'americanismo sono dovute ai detriti dei vecchi strati in isfacelo e non ai gruppi il cui destino è legato a un ulteriore sviluppo del nuovo metodo, è estremamente importante e spiega come alcuni elementi responsabili della politica moderna, che basano la loro fortuna nell'organizzazione dell'insieme dello strato medio, non vogliano prendere posizione ma si mantengano neutrali «teoricamente», risolvendo i problemi pratici col tradizionale metodo dell'empirismo e dell'opportunismo (cfr. le diverse interpretazioni date del ruralismo, da U. Spirito, che vuole «urbanizzare» la campagna, agli altri che suonano il flauto di Pan).
Che non si tratti, nel caso dell'americanismo, inteso non solo come vita da caffè ma anche come ideologia del Rotary Club, di un nuovo tipo di civiltà si vede da ciò che nulla è mutato nel carattere e nei rapporti dei gruppi fondamentali: si tratta di un prolungamento organico e di una intensificazione della civiltà europea, che ha solo assunto una epidermide nuova nel clima americano. L'osservazione del Pirandello sull'opposizione che l'americanismo trova a Parigi (ma nel Creusot?) e sull'accoglienza immediata che avrebbe trovato a Berlino, prova, in ogni caso, la non differenza di natura ma solo di grado con l'«europeismo». A Berlino le classi medie erano già state rovinate dalla guerra e dall'inflazione e l'industria berlinese nel suo complesso ha caratteri ben diversi da quella parigina: le classi medie francesi non subirono le crisi occasionali come l'inflazione tedesca né la crisi organica del '29 sgg., con lo stesso ritmo accelerato con cui la subí la Germania.
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