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      Cosķ il latifondo, che tendeva in qualche periodo a spezzettarsi naturalmente tra gli americani ritornati benestanti, rimarrą ancora per un pezzo la piaga dell'economia italiana, mentre le imprese industriali del Settentrione trovano nella guerra una fonte di profitti colossali, e tutta la potenzialitą produttiva nazionale rivolta all'industria della guerra, si circoscrive sempre piś nel Piemonte, nella Lombardia, nell'Emilia, nella Liguria e fa illanguidire quel poco di vita che esisteva nelle regioni del Sud.
      Il Labriola č stato l'unico che abbia prospettato alla Camera questo problema tremendo. Salandra gli ha risposto facendo delle promesse vaghe:
      Il paese si va adattando, certo con sofferenza e con disagio, a quella che si chiama l'economia della guerra. Conseguenze gravi e dannose certamente ne deriveranno. L'on. Labriola ha accennato allo spostamento territoriale della ricchezza che deriva dal fatto che una parte del nostro paese, per condizioni naturali e per precedenti storici, č preparata all'esercizio dell'attivitą industriale, mentre l'altra parte non lo č. Egli aveva ragione, come aveva ragione nell'accennare (ed io sottoscrivo al suo accenno) che bisognerą che si studino i compensi mediante una larga politica agraria, la quale pareggi, per quanto č possibile, le regioni meno fortunate e quelle che dalla guerra subiscono danni ma anche traggono inestimabili vantaggi.
      Le promesse dell'on. Salandra saranno dimenticate, come le tante altre che furono fatte nel passato.


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La questione meridionale
di Antonio Gramsci
pagine 117

   





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