E non è paradossale l'affermazione che uno sciopero a Torino, per un minacciato aumento di prezzo del pane, può servire anche a salvare la Sardegna e la Calabria dalla mania disastrosa di tagliare gli alberi per seminare il grano, nella sicurezza fallace che gli alti prezzi rendano immediatamente redditizie le terre dove solo l'albero trova alimento nelle acque del sottosuolo e può diventare in un futuro assestamento economico la vera e più redditizia fonte di ricchezza.
Certo è che occorre assolutamente reagire contro queste mene e questi raggiri dei ceti agrari, che hanno larghe aderenze e forti influenze, affinché cessi il tributo che ogni anno il proletario paga ai padroni delle terre d'Italia.
Operai e contadini(3)
Durante la guerra e per le necessità della guerra, lo Stato italiano ha assunto nelle funzioni la regolamentazione della produzione e della distribuzione dei beni materiali. Si è realizzata una forma di trust dell'industria e del commercio, una forma di concentrazione dei mezzi di produzione e di scambio e un eguagliamento delle condizioni di sfruttamento delle masse proletarie e semiproletarie che hanno determinato i loro effetti rivoluzionari. Non è possibile comprendere il carattere essenziale del periodo attuale, se non si tiene conto di questi fenomeni e delle conseguenze psicologiche da esse prodotte.
Nei paesi ancora capitalisticamente arretrati come la Russia, l'Italia, la Francia e la Spagna, esiste una netta separazione tra la città e la campagna, tra gli operai e i contadini.
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