Eppure l'azione parlamentare avrebbe potuto essere utile: avrebbe potuto servire per informare tutti gli operai e tutti i contadini dei termini esatti del problema industriale e agricolo e dei mezzi necessari e sufficienti per risolverlo. Avrebbe potuto servire per far conoscere alla grande massa di contadini di tutta Italia che la soluzione del problema agricolo può essere attuata solo dagli operai urbani dell'Italia settentrionale, può essere attuata solo dalla dittatura proletaria.
La borghesia settentrionale ha soggiogato l'Italia meridionale e le isole e le ha ridotte a colonie di sfruttamento; il proletario settentrionale, emancipando se stesso dalla schiavitú capitalistica, emanciperà le masse contadine meridionali asservite alla banca e all'industrialismo parassitario del Settentrione. La rigenerazione economica e politica dei contadini non deve essere ricercata in una divisione delle terre incolte o mal coltivate, ma nella solidarietà del proletario industriale, che ha bisogno, a sua volta, della solidarietà dei contadini, che ha «interesse» acché il capitalismo non rinasca economicamente dalla proprietà terriera e ha interesse acché l'Italia meridionale e le isole non diventino una base militare di controrivoluzione capitalista. Imponendo il controllo operaio sull'industria, il proletario rivolgerà l'industria alla produzione di macchine agricole per i contadini, di stoffe e calzature per i contadini, di luce elettrica per i contadini, impedirà che l'industria e la banca sfruttino i contadini e li soggioghino come schiavi alle casseforti.
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