La filosofia idealista, con le sue austerità e i suoi elogi della intolleranza, anche in questo caso subisce misteriose e labirintiche involuzioni.
Lo scrittore della Stampa dolorosamente abbandona alle loro illusioni demoniache i comunisti che fantasticano di sopprimere la lotta di classe con la lotta di classe, proprio (disgraziati!) come quegli ingenui democratici che sognavano di uccidere la guerra con la guerra. I comunisti della III Internazionale hanno a questo proposito un corpo di dottrine e di tesi che lo scrittore della Stampa dovrebbe conoscere e dimostrare infondate. Il compagno Trotski, per esempio, sostiene che il significato mondiale della rivoluzione russa è quello: la rivoluzione russa è il primo, vittorioso tentativo compiuto da una classe operaia nazionale di creare le condizioni per una economia organizzata su scala mondiale; lo Stato operaio russo è la prima cellula di questa smisurata organizzazione che la classe capitalista ha cercato di attuare a suo beneficio, con la guerra imperialista e col mito della Società delle nazioni. La polemica sulla guerra eterna e l'eterna lotta delle classi, gli operai russi l'hanno risolta con le armi in pugno: hanno sofferto, hanno dovuto subire la fame, le privazioni piú atroci, ma la polemica si è finora conclusa col sopravvento «dialettico» della classe operaia russa sull'imperialismo mondiale. È probabilissimo che anche in Italia la polemica sarà risolta in un modo molto somigliante a quello russo. Lo scrittore della Stampa è persuaso che l'intervento dello Stato nel processo di produzione e di scambio sia un mero caso, un evento disgraziato, che un «decreto» del potere governativo ristorato potrà distruggere per la maggiore felicità del genere umano: i comunisti della III Internazionale sono persuasi invece che l'«evento» sia una necessaria conseguenza del processo di sviluppo della società divisa in classi; essi pongono perciò il problema in questi termini: a favore di chi deve essere rivolto il potere di Stato che ha unificato e centralizzato il processo di produzione? a favore della plutocrazia o a favore della classe operaia? e rispondono: è necessario che la classe operaia prenda nelle sue mani il potere di Stato per rivolgerlo a suo favore e a favore dei contadini poveri.
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