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      Alla analisi oggettiva delle forze in lotta e della direzione che esse assumono contraddittoriamente in rapporto allo sviluppo delle forze materiali della società, la opposizione sostituiva l'affermazione di essere in possesso di uno speciale e misterioso «fiuto» secondo il quale il partito dovrebbe essere diretto. Strana aberrazione, che autorizzava il congresso a giudicare estremamente pericoloso e deleterio per il partito un tale metodo, che porterebbe solo a una politica di improvvisazioni e di avventure.
      Che, d'altronde, la opposizione non abbia mai posseduto un proprio metodo capace di sviluppare le forze del partito e le energie rivoluzionarie del proletariato che possa essere contrapposto al metodo marxista e leninista, è dimostrato dall'attività svolta dal partito negli anni 1921-1922, quando era politicamente diretto da alcuni degli attuali irriducibili oppositori. A questo proposito furono dal congresso analizzati due momenti della situazione italiana e cioè l'atteggiamento assunto dalla direzione del partito nel febbraio 1921, quando fu sferrata l'offensiva frontale del fascismo in Toscana e in Puglia e l'atteggiamento della stessa direzione verso il movimento degli arditi del popolo. Dall'analisi di questi due momenti risultò come il metodo affermato dalla opposizione porti solo alla passività e alla inazione e consista in ultima analisi semplicemente nel trarre dagli avvenimenti oramai svoltisi senza l'intervento del partito nel suo complesso, degli insegnamenti di solo carattere pedagogico e propagandistico.


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La questione meridionale
di Antonio Gramsci
pagine 117

   





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