Vogliamo ricordare i fatti piú salienti e sintomatici.
Nel 1919 si formò l'associazione della «Giovane Sardegna», esordio e premessa di quel che sarà piú tardi il Partito sardo d'azione. La «Giovane Sardegna» si proponeva di unire tutti i sardi dell'isola e del continente in un blocco regionale capace di esercitare una utile pressione sul governo per ottenere che fossero mantenute le promesse fatte durante la guerra ai soldati; l'organizzatore della «Giovane Sardegna» nel continente era un tale prof. Pietro Nurra, socialista, che molto probabilmente oggi fa parte del gruppo di «giovani» che nel Quarto Stato scopre ogni settimana qualche nuovo orizzonte da esplorare. Vi aderivano con l'entusiasmo che crea ogni nuova probabilità di pescar croci, commende e medaglini, avvocati, professori, funzionari. L'assemblea costituente, convocata a Torino per i sardi abitanti nel Piemonte, riuscí imponente per il numero degli intervenuti. Era in maggioranza povera gente, popolani senza qualifica distinguibile, manovali d'officina, piccoli pensionati, ex carabinieri, ex guardie carcerarie, ex soldati di finanza che esercitavano piccoli negozi svariatissimi; tutti erano entusiasmati all'idea di ritrovarsi tra compaesani, di sentire discorsi sulla loro terra alla quale continuavano ad essere legati da innumerevoli fili di parentele, di amicizie, di ricordi, di sofferenze, di speranze: la speranza di ritornare al loro paese, ma ad un paese piú prospero e ricco, che offrisse le condizioni di vivere, sia pure modestamente.
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