In una loro pubblicazione, per esempio, si accenna al fatto che una osteria o una trattoria popolare di un paese della Calabria (citiamo a memoria) è intitolata agli «scioperanti», per dimostrare quanto diffuse e radicali fossero le idee internazionalistiche. Il fatto, se vero (come deve essere vero, data la probità intellettuale degli autori), si spiega piú semplicemente, ricordando come nel Mezzogiorno siano numerose le colonie di albanesi e come la parola Skipetàri abbia subíto nei dialetti le deformazioni piú strane e curiose (cosí in alcuni documenti della repubblica veneta si parla di formazioni militari di «S'ciopetà»). Ora nel Mezzogiorno non tanto erano diffuse le teorie del Bakunin, quanto la situazione stessa era tale da aver probabilmente suggerito al Bakunin le sue teorie: certamente i contadini poveri meridionali pensavano allo «sfascio» molto prima che il cervello di Bakunin avesse escogitato la teoria della «pandistruzione».
Il piano governativo di Sonnino e Franchetti non ebbe mai neanche l'inizio di una attuazione. E non poteva averlo. Il nodo di rapporti tra Settentrione e Mezzogiorno nell'organizzazione dell'economia nazionale e dello Stato, è tale per cui la nascita di una classe media diffusa di natura economica (ciò che significa poi la nascita di una borghesia capitalistica diffusa) è resa quasi impossibile. Ogni accumulazione di capitali sul luogo e ogni accumulazione di risparmi è resa impossibile dal sistema fiscale e doganale e dal fatto che i capitalisti proprietari di aziende non trasformano sul posto il profitto in nuovo capitale perché non sono del posto.
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